Ci siamo abituati a pensare internet come una sconfinata memoria esterna a cui affidare frammenti di noi e della nostra presenza. La cultura dello sharing ci impone quasi di condividere tracce, prove immateriali di un passaggio, evidenze leggere ma perturbanti di azioni e posizioni.
L’idea del per sempre, dell’infinito e dell’inesauribile, alimentano il paradigma internet rendendolo repository efficiente, autorevole e autoritaria di tutti i riflessi di noi. Ma l’idea di un’internet immateriale, quasi magica per qualcuno, che non conosce deterioramento, è un inganno latente, nascosto in ogni bit di informazione che circola.
Temporary.cc, opera di Zach Gage, indaga proprio questa condizione duale: la perenne lotta tra eros e thanatos, la componente di obsolescenza che ogni memoria porta con sè.
Le informazioni che costruisco temporary.cc, infatti, sono soggette ad un costante processo di deterioramento, innescato e perpetrato da ogni fruitore che, in tal modo, conduce l’opera al suo totale annientamento: una pagina completamente bianca, un punto zero di informazione e di memoria.
Il paradigma della memoria collettiva, facilmente fruibile ed eternamente accessibile, viene così messo in crisi, portando ad evidenza nodi concettuali pregnanti in un epoca i cui codici e linguaggi sono strettamente legati a supporti labili e congenitamente precari.
Mr_B