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First Spring: costumi firmati Prada

First Spring è il titolo dell’ultimo cortometraggio di Yang Fundong, artista cinese. I costumi sono davvero eccezionali!

Il tratta dello stilista è inconfondibile: parliamo di Prada.

In questo caso, però, non è stata la regista a scegliere Prada per i costumi da utilizzare per il proprio film, ma l’esatto contrario…

La casa di moda italiana, infatti, ha scelto il talento di Yang Fundong per presentare la collezione uomo Primavera-Estate con First Spring.

First Spring è stato realizzato unicamente per il web e rimarrà disponibile sul sito di casa Prada per tutto il periodo delle sfilate. Fotografia, riprese e volti, avvolti nell’aurea di una elegante Shanghai in bianco e nero, fanno di First Spring una pellicola raffinata, di “alta classe”.

Da Lady Dior, girato da Olivier Dahan per Dior, a First Spring di Yang Fundong per Prada, sembra che il cinema e la moda si stiano fondendo sempre più in versione web 2.0!

Un vero e proprio  tocco di stile al passo coi tempi:)

La Blanche

Guido Meda is Racing Spirit

Abarth ci ha regalato una nuova emozione video, che questa volta ci trasmette tutta la grinta e la passione alla guida di una 500 Abarth.

Si tratta di “Racing Spirit”, il quinto episodio della saga Le Storie dello Scorpione, il documentario realizzato dalla storica casa dello scorpione e disponibile esclusivamente online.

Lo storytelling dello Scorpione ci sta accompagnanando da diversi mesi tra le pagine del nostro cafè. La realizzazione di un documentario concepito per il web, volto a presentare i successi Abarth di tutti i tempi, i modelli e le personalità che hanno segnato il mondo delle auto sportive, è sicuramente una scelta innovativa e originale in grado di raggiungere e interagire con gli utenti della rete, condividere le passioni, i ricordi, le emozioni dati da queste storiche automobili.

Nel quinto episodio, una personalità ineguagliabile del mondo dello sport ci trasmette tutta la passione e l’adrenalina di un vero abarthista: Guido Meda.

Meda questa volta diventa protagonista in pista. Oltre ad essere un grande sportivo, Guido Meda è capace di farci divertire, appassionare e agitare prima della partenza:

«Mancano quattro minuti alla partenza! Questo è un momentaccio per il fisico: fiato cortissimo, un pugno nello stomaco, intestino irritabile, caldo allucinante dalla testa ai piedi… ché fa caldo, ma c’è un caldo aggiunto. Poi, come per magia, non si vede l’ora che arrivi quel momento. A quel punto scatta il semaforo, si parte e tutto passa. Ma in questo momento qua, dici: ma chi cacchio me l’ha fatto fare?».

Davvero eccezionale! Ecco a voi il video:

Quinto tassello de Le Storie dello Scorpione, Racing Spirit diventa l’episodio in cui l’animo di un pilota sportivo si svela agli occhi degli appassionati, che possono condividere le sue sensazioni ed emozioni, divenendo protagonisti del race.

Aspettiamo con ansia l’arrivo al traguardo di questo “giro in rete” targato Le Storie dello Scorpione Abarth.

La Blanche

Balloons, windblogging nel cyberspazio

Ballons è la prima applicazione di windblogging per iPhone, pubblicata da Shiny Development.
Internet ha dato la possibilità di sostituire il tradizionale messaggio in bottiglia con dei palloncini vaganti nel cyberspazio.

Per lanciare il proprio messaggio basta scegliere la forma del palloncino e allegare un’etichetta con il proprio nome, il messaggio e, per chi volesse, anche una foto.
A quel punto il palloncino comincia il suo viaggio in balìa del cyberspazio. Chiunque raccoglierà il palloncino, cliccando l’apposito tasto, vedrà da quanto tempo è stato lanciato e da dove proviene (grazie alla geolocalizzazione offerta da iPhone), potrà aggiungere una sua etichetta, con un nuovo messaggio e una nuova foto. Potrà poi lasciarlo nuovamente vagare, verso nuove storie.

La versione Lite è scaricabile gratuitamente su App Store. La versione completa, al costo di 2,39 euro, offre qualche forma di palloncino in più da scegliere e la possibilità di tracciare il percorso dei propri palloncini, per scoprire chi li ha raccolti e quali etichette sono state aggiunte.

L’aggiornamento 2.0 dell’applicazione, secondo quanto annunciato, sarà integrato con Twitter e con Google Maps, in modo da poter visualizzare i percorsi dei palloncini. Inoltre conterà sull’introduzione delle notifiche e permetterà di impostare dei preferiti, per tracciare il percorso di qualsiasi palloncino catturato, non solo dei propri.

via kataweb

La Blanche

Passion for Scorpion Tales

foto_epocaAbarth

Continua il digital storytelling firmato Abarth con il terzo episodio de Le Storie dello Scorpione, presentato ancora una volta in anteprima.

Come anticipato brevemente nel precedente articolo dedicato al documentario, questa volta i protagonisti del nuovo release sono gli appassionati e i collezionisti Abarth.

passion_abarth

“Passion”, il titolo dell’episodio, è l’elemento caratteristico che accompagna i fan Abarth, affezionati da anni al brand, legati da una “passione incontrollata” per queste piccole e potentissime auto.

In quest’episodio incontriamo alcuni appassionati che parlano delle loro esperienze e delle loro auto: Mark Gessler e la sua Abarth 204 A del 1950, Giuseppe Fiermonti e la sua Abarth 124 del 1972, Ruben Wainberg e Livia Nasi a bordo delle loro Abarth 500 del 2008. Ecco il video:

Ci stiamo sempre più “appassionando” a questo documentario virale che ha scelto la blogosfera per la sua nuova gara sul circuito Web 2.0.

Per la prossima “tappa”… In Racing we trust! Tenetevi pronti!

La Blanche

Correctmytext… S’il te plâit!Danke!

logo correctmytexttag correctmytext

Imparare una lingua straniera diventa per molti una lotta contro se stessi che spesso, dopo tanti sforzi, si risolve “nell’impronunciabile” consapevolezza di non riuscire a enunciare una frase di senso compiuto.

“Dialogo diretto con un madrelingua!”: questo uno dei più saggi consigli forniti a qualsiasi individuo che tenti invano di imparare una lingua straniera e che ci ricordano prontamente gli autori di Correctmytext, il nuovo servizio online per il supporto all’apprendimento di una lingua straniera.

Se trovare un amico o un insegnante che ci aiuti a revisionare i nostri testi in russo o cinese, o in altre 8 lingue tra francese, tedesco, inglese, etc, diventa difficile e costoso, da oggi Correctmytext consentirà di interagire direttamente con dei madrelingua che correggeranno i nostri errori di grammatica gratuitamente.

In perfetto stile web 2.0, l’enigmaticità dei traduttori automatici sarà finalmente svelata dagli utenti stessi grazie a Correctmytext, su cui chiunque può pubblicare i propri testi “abbozzati” in lingua straniera e che saranno poi revisionati e corretti da un madrelingua.

Per chi volesse inoltre acquisire una pronuncia impeccabile, che non lo porti a svelare la propria nazionalità al primo saluto in terra straniera, è possibile richiedere una registrazione audio del testo corretto.

Un’idea sicuramente interessante, veloce e originale per imparare una lingua straniera… Ottimo esmpio di inte(G)razione tra i popoli.

La Blanche

Via Blogosfere

Tributi 2.0 al Re del Pop Michael Jackson

eternalmoonwalking3

La Rete si fa sempre più protagonista della cronaca in diretta di grandi avvenimenti, pensiamo all’elezione del presidente americano Barak Obama e alla recente morte del Re del Pop, Michael Jackson.

Ed è proprio a quest’ultimo che anche noi vogliamo dare il nostro saluto, segnalandovi due tributi , tutti in chiave 2.0 provenienti dalla Rete.

Eternal Moonwalk, in cui il video è protagonista.

eternalmoonwalking4

Un’idea tanto semplice quanto geniale: Michael Jackson e il suo famoso moonwalking rifatto dai milioni di fan, un puro esempio di User generated content.

Chi non ha mai provato in vita sua a rifare la famosa quanto difficile camminata lunare?

Bene, ora basta riprendersi con una comune webcam e caricare il video sul sito.

In questo modo si contruibuisce a creare il moonwalking più lungo della storia!

I video sono montati l’uno di fianco all’altro, proprio per dare il senso di continuità e potenzialmente tende all’infinito.

Andate a vedere, è spettacolare! Moonwalkers di tutto il mondo riunitevi!!

L’altro tributo tutto 2.0 è Billie Tweets.

Billie Tweets


Si tratta di un vero Twitter tributo alla famosissima Billie Jean.

Il testo della canzone è appunto costruito dai tweets che i fan rilasciano in diretta sul famoso social network.

Noi abbiamo per il momento scovato queste due tributi, ma chiunque ne avesse trovati degli altri, è invitato a segnalarceli!

Sono sicura che avremo molto da scrivere!

Un caro saluto da tutto il cafè a Michael Jackson.

Miss. Somewhere

I politici sono nostri dipendenti. Controlliamoli

Come dice sempre Beppe Grillo, i politici sono nostri dipendenti!
Ma come facciamo a controllare davvero il loro lavoro? Non certo con la Tv o con i giornali, che come abbiamo appurato ci forniscono un’informazione distorta, se non addirittura manipolata della politica.
Vi segnalo pertanto uno strumento utile per tenere d’occhio i nostri cari politici.
Sto parlando di OPENPOLIS, piattaforma OpenSource che  “openpolis è un’associazione “senza scopo di lucro” e “indipendente da partiti e movimenti politici” che promuove l’uso della rete e del software open source per favorire la trasparenza pubblica e la partecipazione collettiva al controllo delle informazioni e delle scelte politiche.”
In che modo possiamo esercitare il nostro controllo?
““openpolis e openparlamento integrano informazioni di fonte istituzionale con altre fornite dagli utenti. Il controllo e la verifica delle informazioni pubblicate dagli utenti sono affidati agli utenti stessi secondo il metodo della revisione tra pari tipica delle comunità scientifiche e delle comunità in rete.”
Con la funzione “Adotta un Politico”
Possiamo monitorare gli incarichi,  le carriere nei partiti e nelle aziende,i voti espressi e le
presenze nelle istituzioni.
Possiamo raccogliere le dichiarazioni e gli impegni assunti su ogni argomento per avere memorie e confronti; attraverso un widget possiamo pubblicare i contenuti di openpolis nel nostro blog e quindi diffondere le informazioni di openpolis al nostro network.
In tempo reale chiunque può contribuire segnalando errori ed inesattezze, ma non solo…
essendo openpolis una piattaforma open source, in chiave molto web 2.0 chiunque può contribuire al suo miglioramento: “openpolis è software libero rilasciato sotto licenza GNU/GPL. Potete studiare il codice, riutilizzarlo per vostri fini e magari aiutarci a migliorarlo..”.
Vi consiglio vivamente di farci un giro… ce ne sono per tutti i gusti!
Che il controllo dal basso forse non è più un utopia?
politici sotto controllo
Come dice sempre Beppe Grillo, i politici sono nostri dipendenti!
Ma come facciamo a controllare davvero il loro lavoro? Non certo attraverso la televisione o  i giornali, che come abbiamo appurato ci forniscono, il più delle volte, un’informazione distorta, se non addirittura manipolata della realtà.
Vi segnalo pertanto uno strumento utile per tenere d’occhio i nostri cari politici.
openpolis-logo
Sto parlando di OPENPOLIS, piattaforma opensource “… senza scopo di lucro” e “indipendente da partiti e movimenti politici” che promuove l’uso della rete e del software open source per favorire la trasparenza pubblica e la partecipazione collettiva al controllo delle informazioni e delle scelte politiche.”
In che modo possiamo esercitare il nostro controllo?

“…openpolis e openparlamento integrano informazioni di fonte istituzionale con altre fornite dagli utenti. Il controllo e la verifica delle informazioni pubblicate dagli utenti sono affidati agli utenti stessi secondo il metodo della revisione tra pari tipica delle comunità scientifiche e delle comunità in rete.
Per esempio con la funzione “Adotta un Politico”,
adotta un politico
possiamo monitorare gli incarichi,  le carriere nei partiti e nelle aziende, i voti espressi e le
presenze nelle istituzioni.
Oppure raccogliere le dichiarazioni e gli impegni assunti su ogni argomento per avere memorie e confronti; attraverso un widget possiamo pubblicare i contenuti di openpolis nel nostro blog e quindi diffondere le informazioni al nostro network.
In tempo reale chiunque può contribuire  segnalando errori ed inesattezze, ma non solo…
Essendo openpolis una piattaforma open source, in chiave molto web 2.0 chiunque può contribuire al suo miglioramento: “…openpolis è software libero rilasciato sotto licenza GNU/GPL.Potete studiare il codice, riutilizzarlo per vostri fini e magari aiutarci a migliorarlo...”
Vi consiglio vivamente di farci un giro… ce ne sono per tutti i gusti!
Che il controllo dal basso forse non è più un utopia?
Miss.Somewhere

Come studieranno i bambini del futuro?

Non dall’Italia, ovviamente, ma bensì dal Regno Unito.
Se in Italia la Riforma Gelmini ha riportato il “maestro unico” (e ha tagliato i soldi alla ricerca) facendo fare al nostro paese un gran bel passone indietro, nel Regno Unito l’evoluzione va alla velocità della luce.
Di recente è stato reso noto un nuovo progetto di riforma scolastica per le scuole primarie che prevede l’inserimento di corsi di social network, blogging, podcast e consultazione di alcuni siti web come Wikipedia per i bambini dai 5 anni in sù.
La riforma è già stata messa alla prova nella scuola elementare Redeemer Church of England di Blackburn,  dove i piccoli studenti, sono perennemente alle prese con strumenti tecnologici di ogni tipologia…

giocano con le applicazioni dell’iPod come Knots o Tiki-Lite, imparano a fare film etc.

Studiosi di pedagogia vengono qui da tutto il mondo e la Apple stessa ne ha fatto un centro di prova, fornendo agli studenti i suoi prodotti perchè vengano testati.
Come se non bastasse sempre nel Regno Unito arriva  la “TATE” ha avviato un progetto di collaborazione con le scuole, mettendo a disposizione una piattaforma di gitale, su cui i giovanissimi (dai 6 ai 12 anni) possono mettere alla prova le loro capacità artistiche, imparando ad utilizzare la tecnologia web 2.0.
Se ma dovessi avere un figlio, lo spedisco lì!

bambino geek

Se in Italia la Riforma Gelmini ha riportato il “maestro unico”nelle scuole (e ha tagliato i soldi alla ricerca) facendo fare al nostro paese un gran bel passone indietro, nel Regno Unito l’evoluzione va alla velocità della luce.

Fresca  fresca la riforma scolastica per le scuole primarie che prevede l’inserimento di corsi di social network, blogging, podcast e consultazione di alcuni siti web come Wikipedia, per i bambini dai 5 anni in sù.

La riforma è già stata messa alla prova nella scuola elementare Redeemer Church of England di Blackburn,  dove i piccoli studenti sono perennemente alle prese con strumenti tecnologici di ogni sorta…

giocano con le applicazioni dell’iPod come Knots o Tiki-Lite, imparano a fare film…

Come se non bastasse sempre nel Regno Unito  la “TATE” ha avviato un progetto di collaborazione con le scuole, mettendo a disposizione una piattaforma digitale, su cui i giovanissimi (dai 6 ai 12 anni) possono mettere alla prova le loro capacità artistiche, imparando ad utilizzare la tecnologia web 2.0.

… che dire? sono troppo avanti!

Comunque in Italia la Apple ha organizzato corsi estivi per bambini molto geek… potremmo intanto cominciare da lì. Anche se non basta a togliere la voglia di portare tuo figlio distante da qui..

Miss. Somewhere

via

Corriere della Sera.it

e-stituzione 2.0

Ho sempre pensato che qui  in Italia la comunicazione negli ambienti  del web  2.0 fosse appannaggio di sole poche realtà innovative e all’avanguardia in fatto di comunicazione.

Effettivamente, che in Italia non sia ancora così pienamente diffusa e radicata la cultura alla comunicazione di tipo bidirezionale è risaputo, così come è  ancora ampiamente diffusa l’immagine che vede protagoniste della “comunicazione che conta” solo grandi aziende e super-istituzioni, vissute e percepite come pesanti, burocratiche, lente e lontane anni miglia dalla realtà, soprattuto dei giovani.

Le logiche con le quali continuiamo a confrontarci in materia di comunicazione sono quelle legate ai media tradizionali, che appaiono sempre necessarie e impossibili da abbandonare.

E forse proprio per questo motivo, quando mi si presentano sotto gli occhi azioni di comunicazione che finalmente cercano di abbandonare i vecchi paradigmi per adottarne di freschi e di nuovi, i miei occhi, davvero, si riempiono di speranza.

Ma facciamo un po’ di ordine…

Come è ben evidente e sotto gli occhi di tutti, Facebook è diventato una “condicio sine qua non” per chi intende pensare ad una comunicazione che tenga realmente conto del suo destinatario.  Altrettanto evidente però è che pochissimi sanno (e vogliono) sfruttarne le potenzialità.

Le aziende si affannano a creare avamposti che rimangono spesso e volentieri statici, vuoti di contenuti, vuoti di dialogo con gli utenti e quindi a mio avviso inutili.

La forza di Facebook  (ma così in generale dei social network) è quella di poter creare un proprio network, una comunità di gente che condividendo comuni interessi,  passioni o semplici idee, si aggregano (spesso spontaneamente) intorno a quel preciso interesse, creando dei gruppi o pagine ufficiali.

L’imperativo  categorico per gli strumenti social è produrre, diffondere e condividere contenuti che siano di interesse per  la specifica comunità, la quale a sua volta fruisce, commenta e remixa  appropriandosene definitivamente.

Questo, ormai ,il mio paramentro di valutazione di ciò che mi viene proposto e che mi fa dire: “bello!partecipo!”

E qui, arriva con sorpresa un progetto promosso proprio da chi non te lo aspetteresti, ovvero un’istituzione pubblica.

Cosa c’è di più lontano, lento, burocratico, farraginoso, appesantito ai nostri occhi, se non un’istituzione pubblica?

Bene, mi son dovuta ricredere quando, ricevendo l’invito su Facebook, la Regione Emilia Romagna mi chiedeva di diventare fan della pagina delle Aree Protette, pensata per promuovere la Settimana Europea dei Parchi.

Non parliamo poi dello stupore quando ho scoperto il profilo in Twitter!

Del resto, chi meglio di un archivio pieno zeppo di iniziative, attività, foto e quant altro, che riguarda una bella regione come quella dell’Emilia Romagna, poteva cogliere l’opportunità di crearsi il proprio network di fan e di followers, col quale interagire e condividere contenuti?

Ora, sono costantemente aggiornata sulle diverse iniziative ed attività che coinvolgono parchi naturali, riserve e posti fantastici.

E cosa c’è di più bello, mentre sei china sulla scrivania a studiare o a lavorare (con queste temperature poi) che evadere un po’e immaginare di essere nella natura incontaminata (Twitpic non fa che rafforzare il sogno ad occhi aperti), magari al silenzio e con l’arietta fresca fresca?

Divagazioni a parte, seguo con piacere questa attività “finalmente social” di un’istituzione pubblica, la seguo divertita e sicuramente incuriosita, pur non essendo questa la mia regione, mi piace scoprirla in questo modo, sicuramente più vicino al mio mondo e soprattutto al mio modo di comunicare e di acquisire nuova conoscenza.

La seguo sperando che questo esperimento in comunicazione rappresenti la possibilità di cambiare le logiche di rapporto che le istituzioni hanno con il loro referente primario, le persone.

Sarebbe un buon approccio e un buon modo di iniziare un nuovo e reale dialogo soprattutto con noi giovani (ormai saturi di postmoderna sfiducia), che il futuro lo rappresentiamo.

Incrociamo le dita.

Miss. Somewhere

Ho sempre pensato che qui  in Italia la comunicazione negli ambienti  del web  2.0 fosse appannaggio di sole poche realtà innovative e all’avanguardia in fatto di comunicazione.
Effettivamente, che in Italia non sia ancora così pienamente diffusa e radicata la cultura alla comunicazione di tipo bidirezionale è risaputo, così come è  ancora ampiamente diffusa l’immagine che vede protagoniste della “comunicazione che conta” solo grandi aziende e super-istituzioni, vissute e percepite come pesanti, burocratiche, lente e lontane anni miglia dalla realtà, soprattuto dei giovani.
Le logiche con le quali continuiamo a confrontarci in materia di comunicazione sono quelle legate ai media tradizionali, che appaiono sempre necessarie e impossibili da abbandonare.

E forse proprio per questo motivo, quando mi si presentano sotto gli occhi azioni di comunicazione che finalmente cercano di abbandonare i vecchi paradigmi per adottarne di freschi e di nuovi, i miei occhi, davvero, si riempiono di speranza.

Ma facciamo un po’ di ordine…
Come è ben evidente e sotto gli occhi di tutti, Facebook è diventato una “condicio sine qua non” per chi intende pensare ad una comunicazione che tenga realmente conto del suo destinatario.  Altrettanto evidenteperò è che pochissimi sanno (e vogliono) sfruttarne le potenzialità. Le aziende si affannano a creare avamposti che rimangono spesso e volentieri statici, vuoti di contenuti, vuoti di dialogo con gli utenti e quindi a mio avviso inutili.
La forza di Facebook  (ma così in generale dei social network)è quella di poter creare un proprio network, una comunità di gente che condividendo comuni interessi,  passioni o semplici idee, si aggregano (spesso spontaneamente) intorno a  quel preciso interesse, creando dei gruppi o pagine ufficiali.
L’imperativo  categorico per gli strumenti social è produrre, diffondere e condividere contenuti che siano di interesse per  la specifica comunità, la quale a sua volta fruisce, commenta e remixa  appropriandosene definitivamente.

Questo, ormai ,il mio paramentro di valutazione di ciò che mi viene proposto e che mi fa dire: “bello!partecipo!”

E qui, arriva con sorpresa un progetto promosso proprio da chi non te lo aspetteresti, ovvero un’istituzione pubblica.
Cosa c’è di più lontano, lento, burocratico, farraginoso, appesantito ai nostri occhi, se non un’istituzione pubblica?
Bene, mi son dovuta ricredere quando, ricevendo l’invito su Facebook, la Regione Emilia Romagna mi chiedeva di  diventare fan della pagina delle Aree protette, pensata per promuovere la Settimana Europea dei Parchi.
Non parliamo poi dello stupore quando ho scoperto il profilo in Twitter!
Del resto, chi meglio di un archivio pieno zeppo di iniziative, attività, foto e quant altro, che riguarda una bella regione come quella dell’Emilia Romagna, poteva cogliere l’opportunità di crearsi il proprio network di fan e di followers, col quale interagire e condividere contenuti?
Ora, sono costantemente aggiornata sulle diverse iniziative ed attività che coinvolgono parchi naturali, riserve e posti fantastici. E cosa c’è di più bello, mentre sei china sulla scrivania a studiare o a lavorare (con queste temperature poi) che evadere un po’e immaginare di essere nella natura incontaminata (Twitpic non fa che rafforzare il sogno ad occhi aperti), magari al silenzio e con l’arietta fresca fresca?
Divagazioni a parte, seguo con piacere questa attività “finalmente social” di un’istituzione pubblica, la seguo divertita e sicuramente incuriosita, pur non essendo questa la mia regione, mi piace scoprirla in questo modo, sicuramente più vicino al mio mondo e soprattutto al mio modo di comunicare e di acquisire nuova conoscenza.
La seguo sperando che questo esperimento in comunicazione rappresenti la possibilità di cambiare le logiche di rapporto che le istituzioni hanno con il loro referente primario, le persone.
Sarebbe un buon approccio e un buon modo di iniziare un nuovo e reale dialogo soprattutto con noi giovani (ormai saturi di postmoderna sfiducia), che il futuro lo rappresentiamo.
Incrociamo le ditaHo sempre pensato che qui  in Italia la comunicazione negli ambienti  del web  2.0 fosse appannaggio di sole poche realtà innovative e all’avanguardia in fatto di comunicazione.

Dallo Stop Motion al Fan Movie: il trionfo del Self Made

E’ da tempo che aggirandomi in rete mi imbatto,un pò per lavoro e un pò per diletto, in composizioni che mi fanno ripensare alle fucìne artistiche dei “bei tempi andati”, quando prima dei 3D high tech e supermega effetti speciali ci si ingegnava a fare delle opere creative totally handmade.

phylantropy

Con l’avvento del 2.0 e dei tanto amati-odiati social network si ha avuto un ritorno pazzesco alla policy del selfmade o del doityourself che dir si voglia.

Facciamo un passo indietro, anzi due.
L’avvento di Myspace segna la fine dell’epoca del “non sei nessuno se non hai un manager”.
Pian piano il progetto myspace si definisce (con non troppo piacere dei suoi creatori) come un social network volto alla autopromozione e al talentscouting.

Questo cosa causa?
Da una parte si assiste al perdita di equilibrio di quei sistemi di star system e di VIP areas che si svuotano e divengono d’un tratto demodè. Improvvisamente si afferma  lo “Show your stuff!”.

I nuovi talenti non aspettano di essere notati dal talent scout di turno per uscire dalla cantina e proporsi al grande pubblico; myspace offre una vetrina gigantesca in cui mostrarsi/confrontarsi e dimostrare il proprio talento.

Su myspace inoltre gli Art Director riescono facilmente ad ingaggiare gli artisti bypassando le agenzie di booking e risparmiando un bel po’ di denaro.

La rivoluzione porta alla rinascita della creatività e al ritorno dell’entusiasmo. Una ventata di  freschezza che ha portato alla rinascita di una scena artistica che era stata appiattita dalla mancanza di mezzi  necessari per realizzare il grande sogno.

E i talent scout? Tutti su myspace ad affannarsi a trovare il nuovo talento da promuovere e riportare nella scena offline per riavviare la vecchia macchina dell’industria discografica,che comunque da più parti si dice “stia tirando le ultime”.

Ora come ora il web, da Youtube in poi, offre un circuito di piattaforme facilmente maneggiabili anche dai meno esperti.

Il trionfo della creatività porta alla riscoperta di tecniche semplici tipo lo stop motion che tornano improvvisamente di moda proprio perché accessibili e allo stesso tempo d’effetto.

Nascono fenomeni come The Cigarette Man che da un po’ impazza sul web autopromuovendosi.

Nasce Philantrophy il primo fan movie Italiano che sfruttando i canali UGM come vivaio di scouting per aspiranti clone-attori riesce ad auto prodursi con un budget di 5.000 euro.

Philantrophy, ispirato ad un famoso video game, è stato prodotto dai fan sparsi nelle varie community on-line che hanno deciso di mettersi in gioco cimentandosi in una produzione fai-da-te. Il tam-tam è nato online e ,a detta dei promotori “Abbiamo reclutato la gente su community e forum. Senza la rete il film non esisterebbe.” (via wired N°3 p. 101)

Alcuni fenomeni artistici già conclamati vengono invece confermati anche in canali differenti.

In tutto questo fermento anche gli standard più radicati cercano di adeguarsi, ogni radio ha una sua web Tv e ogni tv ha il suo canale UGM in cui inserisce un palinsesto dedicato ai fenomeni web natives.

Tutto questo fermento è probabilmente indice,viste la case history di successo, di un percorso di snellimento della comunicazione invitabile che potrebbe portare allo “svecchiamento” di meccanismi farraginosi e poco scorrevoli da tempo.

L’utente torna al centro del processo creativo, ma non come bersaglio da colpire, ma in veste di promotore di idee nuove e di ispirazione per l’universo artistico. Questo fenomeno che ha già investito l’informazione con il nascere di testate di informazione UGM mi auguro investa più ampi universi del comunicare.

KAME