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Artefiera, Art First!

Sabato 30 gennaio Bologna avrà, ancora una volta, la propria notte bianca dedicata all’arte. Nel contesto di Artefiera, l’evento fieristico italiano più importante dedicato al mondo dell’arte, sono state organizzate visite notturne ai musei, performance all’aperto, feste, occasioni per conoscere l’arte contemporanea in contesti inediti.

Di evento vero e proprio si parla da ormai alcuni anni, nel caso di Artefiera: la manifestazione ha saputo uscire dai confini del proprio quartiere decentrato e ha invaso la città con decine di percorsi, micro e grandi appuntamenti dedicati al confronto tra artisti e pubblico.

L’invasione della città, Artefiera Off e Bologna Art First: opere contemporanee sono state collocate in ambienti storici della città. Nei musei di Bologna si terranno incontri con artisti, filosofi, critici. Non ultima, l’Art White Night di sabato 30 gennaio, quando i bolognesi (e non) sfideranno il freddo per vedere la città cambiare davanti ai loro occhi attraverso 50 eventi in 50 luoghi diversi.

Mambo

Tra questi, naturalmente, il Mambo, Museo d’arte moderna  di Bologna, dove la mostra su Gilberto Zorio sarà aperta anche la sera.

Accanto agli eventi ufficiali, nascono feste ed esposizioni che aumentano ancora di più il valore della notte bianca. Ad esempio, la Festa Mobile porterà le opere di trenta artisti in tre bar del quartiere Santo Stefano, il Fram Bar, il Cafè Maurizio e Miki e Max. La Festa Mobile si sposterà al Mambo per la notte bianca, dalle 22.00 alle 2.00. Seguiamola!

E abbracciamo l’arte..

Joy

Vinyl Factory sbarca a Bologna!

Non per essere nostalgici a tutti i costi, ma siamo in tanti a rimpiangere il vinile: oltre alla qualità audio c’era il piacere di tenere tra le mani un bell’oggetto. Non è un caso che in questi ultimi anni, contraddistinti da facile musica liquida, siano tornati alla ribalta: certo i numeri sono molto contenuti ma sempre più artisti offrono edizioni limitate e molto curate proprio su questo supporto.

Quindi, se siete tra quelli che pensano che i dischi in vinile siano una vera e propria opera d’arte non potete perdere la mostra Vinyl Factory BOotleg, presso La Pillola 400 a Bologna.

I dischi in vinile sono diventati i protagonisti di Vinyl Factory, la mostra collettiva che MondoPOP International Gallery di Roma ha organizzato nella capitale la scorsa primavera a cura di Omino 71 e Diavù. I vinili, dipinti da artisti più o meno famosi della scena urban, neo pop, pop surrealist, dopo alcune trasferte di successo come Urban Panorama Records (all’interno del Salone Pitti Uomo 2009 lo scorso giugno a Firenze) e Vinyl Happening (all’interno della fiera d’Arte Contemporanea Step 09, lo scorso settembre a Milano), approdano a Bologna.

Fino al 27 dicembre potete dunque vedere questo originale mix di linguaggi e supporti. A proposito di linguaggi, non può mancare quello social: visitate la pagina Facebook dell’evento dove trovate una gallery di ben 35 immagini.

Mr. Writer

World Beach Project – L’arte in spiaggia

Worldbeachprojectgallery

Decisamente curioso è il progetto promosso e gestito dal Victoria and Albert Museum di Londra insieme all’artista Sue Lawty e intitolato World Beach Project.

Worldbeachprojectgallery_2

Il progetto nasce nel 2007 dall’idea di voler creare una mappa globale dei “tentativi” artistici fatti di sabbia e rocce: un’idea curiosa ma che ha incontrato nel tempo un successo crescente.

It’s a project that requires people to do four things that are both simple and complex: go to the beach (anywhere in the world), make a piece of art using stones, photograph it, and then send the photos to the museum via the Web. (NS)

In poco più di 2 anni sono stati più di 700 i contributi inviati al museo, e quasi 1400 i post dedicati al progetto rintracciati nella blogosfera.

Potete trovare notizie ed aggiornamenti al blog dell’iniziativa.

Mr. Writer

Statue viventi a Londra

The Antony Gormley’s project and experience in London.

One&Other

Il primo monumento  vivente fatto dalle persone.
Il Fourth Plinth (uno spazio libero generalmente dedico alle statue di Re e Generali)  in Trafalgar Square  a Londra,  sarà occupato, per  100 giorni consecutivi da alcuni fortunati londinesi che dietro selezione hanno ottenuto la possibilità di avere a disposizione  1 ora di tempo, per appropriarsi di tale spazio e fare tutto ciò che gli passa per la mente.
Questa è l’opera vivente dell’artista Antony Gormley.
“Every hour, 24 hours a day, for 100 days without a break, a different person will make the Plinth their own.”
Sul sito si possono vedere in tempo reale le performance, ovviamente commentarle, vedere i profili delle persone che sono state selezionate e addirittura votare e supportare i performers preferiti.
Su skyARTS poi si possono vedere tutti i  video:

Il primo monumento  vivente fatto dalle persone.

Il Fourth Plinth (uno spazio libero generalmente dedicato alle statue di Re e Generali)  in Trafalgar Square a Londra,  è attualmente occupato, per  100 giorni consecutivi da alcuni fortunati londinesi che dietro accurata selezione, hanno ottenuto la possibilità di avere a disposizione  1 ora di tempo, per appropriarsi di tale spazio e fare tutto ciò che gli passa per la mente.

Questa è l’opera vivente dell’artista Antony Gormley:

“Every hour, 24 hours a day, for 100 days without a break, a different person will make the Plinth their own.”

Sul sito si possono vedere in tempo reale le performance, ovviamente commentarle, vedere i profili delle persone che sono state selezionate e addirittura votare e supportare i performers preferiti.

Su skyARTS poi si possono vedere tutti i  video.

Volete per caso partecipare?

Mi dispiace, ma all’opera d’arte collettiva può solo partecipare il pubblico londinese!

Miss. Somewhere

Via

Palazzo da ristrutturare? Utilizza i Lego

janvormann_1

Vi siete imbattuti ultimamente in qualche centro urbano un po’ fatiscente? Bene, sappiate che crepe, buche e pareti rovinate possono essere “aggiustate” lasciando perdere cemento e mattoni.

Anzi, in un certo senso, sempre di mattoni si tratta: più precisamente di mattoncini colorati, i Lego!

Questo, almeno, è quello che pensa l’artista Jan Vormann quando installa i suoi “Dispatchwork”.

janvormann_2

Installazioni davvero originali che prendono di mira non solo palazzi, ma pure monumenti storici, muretti, cancellate. Spesso viene aiutato dalla gente del posto nella sua attività di “ristrutturazione”, in una sorta di arte collettiva.

I suoi “Dispatchwork” sono stati avvistati in Israele, Amsterdam, Berlino e pure a Bocchignano, nel Lazio.

Per farsi un’idea del suo lavoro vi consiglio di visitare il suo portfolio web, ricco di belle immagini.

Mr. Writer