Qualche giorno fa vi avevamo segnalato l’uscita dei nuovi corti di Intesa Sanpaolo realizzati da tre affermati registi italiani: Francesca Archibugi, Paolo Virzì e Silvio Soldini.
Proprio l’episodio curato da Soldini, “Ricercatore“, ha suscitato immediatamente l’ira di studenti, ricercatori e docenti universitari che vedono nello spot una rappresentazione della ricerca italiana falsa e priva di qualsiasi legame con la vita reale.
Un ottimismo sconfinato, quello dello spot, che si è bruscamente scontrato con la cruda realtà che vive chi vuol fare ricerca nel nostro paese.
Prima dell’avvento dei social media, molto probabilmente ci si sarebbe fermati ad una semplice imprecazione dopo il passaggio televisivo dello spot, o alla disquisizione con i proprio colleghi. Ma oggi la protesta corre sulle bacheche digitali di tutti quanti: su facebook sono stati creati subito diversi gruppi (Contro lo spot sul Ricercatore di Intesa San Paolo) ed eventi (Richiesta prestito Intesa San Paolo per la ricerca).
Ovviamente uscendo dal social site in questione la situazione non migliora: diversi blogger (qui e qui) si sono già occupati della vicenda, e il passaparola, si sa, nel web viaggia velocissimo.
Questo spot è un’indecenza e offende tutti i ricercatori italiani che si sacrificano quotidianamente per poter sopravvivere.(GiuseppeAttardi, Università di Pisa)
La caccia, liberamente ispirato a Le Baccanti di Euripide, è uno spettacolo teatrale inconsueto, affascinante, inquietante, visivamente superbo, “drammaticamente” attuale, seppur tratto da un’opera scritta più di 2.500 anni fa. Uno spettacolo multimediale, un dramma inchiesta sull’impossibilità di rappresentare la tragedia nel mondo moderno… Una tragedia sulla modernità, fatta di follia collettiva, dalla quale è impossibile redimersi.
Interpretata da un sorprendente monologo multimediale di Luigi Lo Cascio, uno dei volti-icona del cinema e del teatro italiani, La caccia fonde il palcoscenico allo schermo cinematografico per dar vita ad un’opera unica nel suo genere.
Nella tragedia greca, Euripide mette in scena lo scontro tra Penteo, re di Tebe,e Dioniso, dio del vino, del teatro e del piacere fisico e mentale, che lamenta il fatto di non essere stato riconosciuto e venerato proprio nella sua città d’origine, Tebe. Il conflitto coinvolge tutta la comunità, le donne tebane sono indotte da Dioniso a fuggire sul monte Citerone per celebrare riti in suo onore. Il corpo sociale della città è sconvolto. Dioniso, infine, si vendicherà con i cittadini tebani, che non volevano riconoscere la sua divinità, in maniera smisurata. La sconfitta dei suoi avversari si configura come morte, esilio, distruzione, follia.
La caccia è una fusione perfetta tra teatro d’autore e le più avanzate tecnologie visive a supporto della video arte.
Penteo è l’unico personaggio in scena eppure non è solo. Alle sue spalle, le animazioni su schermo sono parte integrante dello spettacolo, come la metà di un corpo. La guida che ci accompagna nella mente degenerante di Penteo e attraverso i dubbi che via via crescono con l’infittirsi della trama, è un bambino che, dall’immaterialità dello schermo, è presente in scena più di tanti attori. (hoyloco.wordpress.com)
Assistere a La caccia è un’eperienza che lascia senza parole: dramma della tragedia, videoarte e teatro d’autore di fronte agli spettatori e alla loro anima, per far riflettere sulla “tragedia” della realtà contemporanea, per stupirci con tecniche d’animazione grafica che diventano parte integrante dello spettacolo.
La vicenda del golfista più forte di tutti i tempi la conoscete tutti.
Amante su amante, il buzz ha invaso la Rete e la sua immagine ne è uscita malconcia. Ora per Tiger, dopo la pubblica ammissione di colpa, è arrivato il tempo di rimboccarsi le maniche e provvedere a ricostruire la sua reputazione, a cominciare dal web.
Come?
Seguendo i consigli di un’esperta di online reputation management Rhea Drysdale di Outspoken Media.
Ecco i 6 punti da lei individuati e oggetto di un articolo su CNN.com:
Renato Brunetta, Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, è il candidato del PDL per la carica di sindaco del comune di Venezia. La sua campagna elettorale si connota per l’uso parziale di strumenti social, non del tutto aperti all’interazione con il cittadino.
Il sito web per la campagna elettorale è sia la piattaforma attraverso la quale vengono rilasciate dichiarazioni ufficiali che l’aggregatore dei presidi social del Ministro.
Brunetta è presente su YouTube ed esordisce con un approccio del tutto personale, con un sottofondo di musica un po’ strappalacrime (e la lacrimuccia scende anche lui). Al di là delle opinioni personali, questo è un modo per far sentire l’utente più vicino al candidato, un uomo che si racconta in un video-diario:
Ma chi me l’ha fatto fare?
La Facebook fanpage di Brunetta Sindaco è invece il luogo dove le notizie sul candidato vengono condivise con i fan: su questo presidio l’interazione con i sostenitori non è particolarmente ricercata; si tende a pubblicare le notizie senza stimolare l’opinione dei sostenitori sui vari temi.
Sul sito è disponibile anche la iPhone app dedicata al candidato.
Anche per quel che riguarda la campagna elettorale di Renato Brunetta si sente la mancanza di un uso davvero sociale dei canali social, un problema comune alle campagne analizzate finora.
L’eccezione, per questo candidato, viene dal canale YouTube, che potrà risultare vincente se continuerà ad essere gestito come video-blog di Brunetta (per ora i video caricati sono solo tre).
Ha destato grande scalpore la campagna anti-fumo lanciata da pochi giorni in Francia. L’immagine vede alcuni adolescenti sottomessi al vizio del fumo, rappresentato attraverso la simulazione di un rapporto orale.
Dopo le prime polemiche, il quotidiano Le Parisien ha pubblicato la dichiarazione di Gerard Audreau, Presidente della DNF sulla campagna:
Il tabacco è una forma di sottomissione. E nell’immaginario collettivo la fellatio è il simbolo perfetto della sottomissione.
Fino al 31 maggio la campagna sarà esposta nei luoghi pubblici più frequentati dai ragazzi (sempre che non venga ritirata in anticipo).
La campagna è sicuramente coraggiosa e va a toccare corde personali come l’orgoglio degli adolescenti; è forse questa una delle chiavi adatte ad affrontare un problema che non si risolve con la semplice comunicazione del rischio associato al fumo.
Al Mobile World Congress che si è tenuto a Barcellona dal 15 al 18 febbraio, Sony Ericsson ha presentato il suo Connected Tree, l’albero d’arance che tweetta.
L’albero è dotato di dector di movimento che gli permettono di interagire con l’ambiente circostante@ConnectedTree traducendo le presenze e reazioni umane in voci, tweet, sms, luci e musica, visibili .
Se una persona si trova, per esempio, nel campo elettromagnetico e si allontana, l’albero testimonierà la sua solitudine o tristezza. Il risultato è davvero interessante:
La nuova era della connettività chiamata Internet of Things, che permetterà ad oggetti e piante di comunicare con qualsiasi altra cosa e con gli esseri umani,sembra essere arrivata con il Connected Tree di Sony Ericsson.
Chi pensa che parlare con le piante sia inutile, dovrà ricredersi!
Bhé, la via in questione la conoscete tutti. Luogo culto dei mitici sixties, delle sensazionali minigonne di Mary Quant e, più in generale, epicentro della Swinging London.
Carnaby Street compie 50 anni, e dal 26 febbraio prossimo iniziano una marea di eventi per festeggiare l’anniversario della mitica via: mostre, libri in edizione limitata, live.
Quindi se avete in programma un week end a Londra, fate un giretto da quelle parti, e, forse, tornerete a respirare un po’ di quella magia made in Uk che invase il mondo.
Ebbene sì, anche S. Valentino ha avuto la propria ricerca di mercato. Non un’analisi sui consumi legati alla festa degli innamorati, ma su come si parla d’amore tra partners attraverso il web.
La ricerca è stata effettuata dall’agenzia di comunicazione Edelman e condotta in 41 Paesi del mondo e ha portato a risultati interessanti, in alcuni casi inaspettati.
Si è evidenziata subito la tendenza delle donne a comunicare “in privato” il proprio amore, attraverso Skype o posta elettronica. Gli uomini appaiono invece più espansivi e disposti a dichiararsi tramite social networks come Twitter.
Ebbene sì, dalla ricerca emerge che anche sul web gli spagnoli si confermano dei veri latin lovers: la dimestichezza con la rete nel comunicare i propri sentimenti è tale che ben il 50% di loro ricorrerebbe al web per dire “te quiero”, contro una media complessiva del 29%. Tecnologicamente meno romantici, i freddi irlandesi.
Cambiano i mezzi e le tecnologie, ma certe cose non cambiano mai!
Corrieredella sera on-line, in occasione delle prossime elezioni, ha sollecitato gli utenti ad inviare fotografie delle affissioni dei candidati politici dei vari schieramenti. Dalla panoramica sulle comunicazioni elettorali emergono esempi divertenti ed altri che fanno riflettere sulla situazione politica italiana e sul modo di comunicare la politica nel belpaese.
Alcuni esempi, da Pugliamo l’Italia di Nichi Vendola
Al legame con il territorio espresso dal cartellone di questo candidato alle elezioni regionali in Lombardia. “Io lo conosco, te lo Consiglio!”. Ma non è un detersivo..
O i salentini di Azzurro Popolare che, con un audace gioco di parole, puntano in..Aldo..
Mentre l’autoironico candidato Ricca gioca con il proprio cartellone elettorale
Fino al Dell’Utri meno noto.. No, non sono parente!
Scorrere l’intera gallery permette di entrare in uno strano mondo, dove si nota quanta ricerca (e quanto budget) si nasconda dietro ad alcuni concept, e quanta improvvisazione dietro a molti altri.
Una riflessione sul valore della creatività, anche in politica, ci porta a provare un senso di inadeguatezza rispetto agli esempi che ci arrivano dall’estero. E poi qui si sta ancora ragionando sulla cartellonistica. Per avere una tale quantità di esempi alternativi di comunicazione politica, che usi le potenzialità del web e, magari, anche dei social networks, quanto dovremo attendere?