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Gli OK Go tornano con i loro video virali

Più di 6.000.000 di views in poco più di 7 giorni?

L’ultimo originalissimo video degli Ok Go è riuscito a raggiungerle!

L’estro del gruppo statunitense, che già in passato ci aveva stupito e divertito con il video di Here it goes again , torna a colpire ancora una volta con il video del nuovo singolo This too Shall Pass:

Tratto dal loro ultimo album “Of the Blue Colour of the Sky”, il video è un’opera stravagante, realizzata con semplicità e poco denaro. Davvero un bel lavoro.

Oltre al video sono stati presentati anche quattro making-of: 1, 2, 3, 4

Da non perdere!

La Blanche

Life n’ roll, lo spot Rolling Stone Magazine

Sta riscuotendo un buon successo, in quanto a click e commenti, lo spot di Rolling Stone Magazine Italia realizzato per il web.

Confronto disilluso e ironico tra il mondo del rock ‘n’ roll e quello dei politici, il video (come la rivista) non teme la parolaccia e presenta i rockers come una categoria in decadenza.

La voce fuori campo racconta la triste vita della rock star, che si vede portare via il primato della sregolatezza dalla nostra classe politica:

Nelle auto blu ci sono più festini che nei nostri backstage.

E noi cosa siamo diventati? Le ragazze da sposare..

Torniamo a passare l’inverno a scopare come ricci e l’estate a curarci le malattie veneree

O lasceremo a loro non solo il potere ma anche il rock&roll

Tristemente vero! Salviamo i rockers, specie in estinzione! Alla faccia delle balene..

Joy

LiveMi, reality-city musicale

Una scala della metropolitana che suona sotto i passi affrettati o rilassati dei cittadini: è stata allestita così la presentazione alla città di LiveMi,aggregatore di idee musicali per i giovani milanesi e non.

LiveMi Logo

Il progetto è volto a rilanciare la musica emergente in Italia e si svolge con la collaborazione del Comune di Milano e di ATM. Gli iscritti al sito avranno l’opportunità di esibirsi in alcuni live show-case nella metropolitana milanese, il primo dei quali si svolgerà il 13 marzo.

Ma torniamo alla scala: non lontano dall”omonimo teatro, su un’anonima scala, sono stati installati alcuni tasti di un pianoforte. Il buzz in rete è stato immediato!

Inno di Mameli:

Nona sinfonia di Beethoven:

Un’ottima idea da esportare!

Joy

Weezer: infiniti modi per creare engagement con i fans

Purtroppo il tour Usa dei Weezer si è dovuto fermare a causa di un brutto incidente automobilistico che ha messo fuori uso Rivers Cuomo, il front man della band.

Allora l’instancabile leader ha trovato il modo per rimanere in contatto con i suoi fans chiedendo loro di aiutarlo a completare una canzone intitolata Shusui. In pratica Cuomo chiede ai suoi fan di realizzare un demo della canzone che ha scritto e di ricompensare i fan con un premio in denaro.

Così Cuomo ha postato su Indaba Music  lo scheletro della sua canzone, che al momento è appunto una ballad senza testo, e i fans possono a loro volta postare le loro takes con gli arrangiamenti pensati per il brano.

Carino no?

Man in Black

Rock is Religion. Speak the language of Gods

Ne parlavo qualche tempo fa con un mio amico che si è messo in testa di scrivere canzoni Rock in Italiano.
Dicevo io “Guarda che l’inglese è più musicale…” e infatti gente, gli Dei  mi danno ragione. (Un minuto di raccoglimetno per la mia megalomania!).

Se è vero che il Rock è religione, è altrettanto vero che per fare Rock bisogna parlare la lingua degli Dei.

Facciamo una prova?

Pensate al vostro pezzo Rock preferito,quello che quando attacca non potete fare a meno di sentire la pelle inspessirsi sotto la T-shirt.

Oh ecco, quello lì.

Adesso dopo i primi 40 secondi fermatevi e iniziate a tradurre il testo in Italiano

1,

2,

3…

Funziona?

No che non Funziona,almeno non al primo colpo!

Ed è per questo che per promuovere i propri servizi in  Brasile, dove la lingua locale è ancora meno Rock dell’Italiano, Lexical English School, chiede aiuto agli Dei del Rock e conia un claim che è già radicato nella coscienza dei rocchettari di tutto il modo.

Rock is Religion. Speak the language of Gods

Il merito della creatività va Yeah!Brazil
E i testimonial della campagna?
Gli Dei per l’appunto

John Lenon,Elvis Presley e Keith Richards

Rock on babe!!

Sunglasses@Night

Michael Jackson secondo un fan, Spike Lee

This is it. L’ultimo video di Michael Jackson è arrivato, con la firma di Spike Lee.

Alla prima visione, il video lascia un po’ spiazzati. Si tratta di un invito a ricordare Jackson come artista e uomo, dall’inizio della sua vita (e carriera) fino alla notizia della morte. E Spike Lee si pone, in questa particolare occasione, come ammiratore e amico, dismettendo i panni del regista che conosciamo.

Spike Lee Michael Jackson

Il video assomiglia più ad un prodotto user-generated che ad un patinato addio alle scene di un artista scomparso prematuramente: un montaggio di immagini, scene da videoclip e concerti, ricordi dei fan. Qualcosa di molto diverso dalle due versioni di They don’t care about us (Prison e Brazil) girate da Spike Lee con Michael Jackson nel 1996.

Che dire: una scelta difficile, dettata dalla sensibilità di Spike Lee e che sta già riscuotendo il favore dei fan (come lui).

Joy

Lip dub: tra user generated content e violazione del copyright

Fa pensare vedere una multinazionale dell’entertainment come EMI fare causa a Vimeo (qualcosa di meno di Youtube ma qualcosa di più di chi non fa nulla per il libero sharing dei contenuti) perché quest’ultima ha incoraggiato i suoi utenti a produrre e pubblicare contenuti video realizzati con la tecnica del “lip dub”.

Il “lip dub” è solo l’ultima espressione di quella inevitabile tendenza che spinge l’essere umano a rivedere il concetto stesso di entertainment trasformandolo in una performance ed una reinterpretazione personale. Un bel playback fatto in casa ed una telecamera che riprende il tutto e infine il montaggio di immagini amatoriali e musica originale.

In pratica Vimeo nell’incoraggiare l’invio di questi filmati è stata accusata da EMI di incoraggiare la violazione del copyright.

Come sempre di questi tempi ci si muove sul confine. Dell’ovvio diritto d’autore e del meno ovvio diritto dell’utente a reinterpretare qualunque forma di espressione artistica, condividendola a proprio piacimento sulle più popolari piattaforme di sharing.

Voi che ne pensate?

Man in Black

iPhone orchestra

An iPhone Can Make Music, but Is It Art?

E’ il titolo di un bell’articolo presente sul New York Times online, che si chiede che musica sia la “musica” realizzata attraverso l’iPhone.

Stanford Mobile Phone Orchestra (MoPhO)

L’argomento è di stretta attualità visto il progetto della Stanford Mobile Phone Orchestra.

a chamber music ensemble whose instruments are Apple iPhones, held with fingerless gloves attached to small speakers. 

A trattare il tema in prima persona è niente meno che Daniel Trueman, professore di Princeton e direttore della  Princeton Laptop Orchestra.

Both the laptop orchestra and the cellphone orchestra have the potential to be just demonstrations of uses of technology. But the intent is really to create a place to make music. If you put good musicians together with this technology, they will make good music with it

 

Che dire, certo lo strumento di casa Apple offre ampi spazi alla creatività, però….Ve lo immaginate un live dove i membri della band siano tutti intenti a pigiare le icone giuste?

Mr. Writer

Corporate Social Media Entertaining Responsibility Marketing

Stanotte Alicia Keys (gentilmente sponsorizzata da American Express) in occasione del World Aids Day si è esibita in streaming suYoutube in un concerto tenutosi al Nokia Theatre di New York (Diomio! Due global brand in due righe…).

Gli U2 hanno fatto qualcosa del genere poco tempo fa, i Foo Fighters li hanno imitati su Facebook pochi giorni dopo.

Bellissima iniziativa, dentro c’è tutta la beneficenza e la responsabilità sociale del mondo, un nuovo album da lanciare… solo un po’ troppo di tutto.

E’ questo il futuro? E’ questo il connubio tra entertainmentsocial media marketing e CSR?

Man in Black

Ludwig rocks the neighbourhood

Ludwig Drums, le batterie più note del mondo, festeggiano i loro primi 100 anni con una campagna stampa davvero interessante: Ludwig, terrorizing neighbours since 1909.

Ludwig drums

L’immagine evoca il lieto sconvolgimento di una vita tradizionale quando il rock entra a farne parte, “terrorizzando” i vicini di casa. Adolescenti di ieri e di oggi possono riconoscersi nelle immagini, che contrappongono con grande ironia passione per la musica (di un certo tipo) a tradizione e tranquillità.

Anche la triste, solita minestra viene sconvolta dal suono della batteria..

Ludwig drums

Le batterie Ludwig sono diventate un mito, ormai centenario, che si è saputo adattare ai cambiamenti nella comunicazione e nella musica, pur conservando un’immagine ben precisa e autorevole. Profilo Twitter, MySpace, Facebook FanPage, web tv sono alcuni dei mezzi attraverso i quali è possibile stare sempre in contatto con la propria passione per la batteria.

Una passione centenaria, ma trasversale, come recita il profilo Twitter:

Drums your dad played. Drums cooler than your friends are playing. Drums that your children will play and melt your face.

Joy